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Quali le prossime sfide della Corte Penale Internazionale?


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Sala Zuccari - Senato 
Si è svolta a Roma, presso il Senato della Repubblica, la conferenza dal titolo "XX anniversario di Non c'e' pace senza giustizia: sfide e opportunita' per la Corte penale internazionale", promossa dall'associazione Non c'e' Pace Senza Giustizia (Npsg), in occasione del ventesimo anniversario della fondazione dell'associazione.

Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Senato italiano Pietro Grasso, il viceprocuratore della Corte penale internazionale (Cpi), James Kirkpatrick Stewart, il sottosegretario agli Affari Esteri italiano, Benedetto Della Vedova, Italia; l'ex ministro degli Esteri italiano e fondatrice di Non c'e' Pace Senza Giustizia, Emma Bonino, e l'ex ministro degli Esteri italiano e presidente della Societa' italiana per l'organizzazione internazionale (Sioi), Franco Frattini.



Lo scopo della conferenza, quello di esaminare l'interazione tra due elementi fondamentali alla base statuto della Cpi di Roma, vale a dire la cooperazione e la complementarita'. Nei suoi primi 10 anni, la Corte penale internazionale ha fatto un grande lavoro su problemi politici specifici, tra cui sesso, le politiche giudiziarie e selezione dei casi, la gestione degli esami preliminari, e piu' recentemente ha iniziato a lavorare sulla politica per bambini. Queste politiche hanno disegnato insieme principi e le lezioni apprese dalla Cpi nel corso dei suoi primi 10 anni fondamentali, insieme a lezioni apprese da altri tribunali internazionali. 

Essi rappresentano un crescente corpo di letteratura in grado di supportare sia la Corte penale internazionale e gli altri nel fare il miglior lavoro possibile nel miglior modo possibile. L'associazione Non c'e' pace senza giustizia, e' stata istituita nel 1994 con il mandato di fare una campagna per l'istituzione della Corte penale internazionale come una parte fondamentale di un efficace sistema di giustizia penale internazionale.



'Il ruolo "politico" della Corte penale internazionale deve essere sostenuto e accresciuto, perche' possa intervenire laddove gli stati nazionali non vogliono o non sono in grado di farlo', ha detto Franco Frattini. 'Il principio della complementarieta', alla base dello Statuto di Roma, stabilisce che il ruolo della Cpi deve essere "complementare" a quello degli Stati nel perseguimento di determinati tipi di crimini, ma per Frattini, "non deve essere usato come un modo per sottrarre casi alla Cpi, ma per aumentare la legittimazione di una grande istituzione di giustizia in cui l'Italia ha sempre creduto'.


Frattini ha ricordato come alcuni casi, come l'uccisione di Muhammar Gheddafi e l'impiccagione del dittatore Saddam Hussein, siano stati sottratti alla Corte, mentre sarebbero state "occasioni esemplari" per l'azione del tribunale. "E' necessario che l'Europa levi la sua voce perche' criminali di quel tipo vengano processati nelle sedi istituzionali appropriate, evitando che siano lasciati a paesi in cui e' in vigore la pena di morte", ha concluso Frattini. 

Le istituzioni come la Corte penale internazionale, nata alla fine degli anni Novanta come strumento permanente per perseguire casi di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanita', vanno rafforzate e incoraggiate. E' quanto affermato dall'ex ministro degli Esteri italiano Emma Bonino, fondatrice dell'organizzazione "Non c'e' pace senza giustizia". 




La Bonino ha ricordato come la Cpi sia stata essenziale nella battaglia contro la pena di morte, in quanto nel suo stesso statuto esclude la pena capitale anche per i crimini piu' gravi.  "I due tribunali internazionali istituiti negli anni Novanta, quello per il Ruanda e quello per la ex Jugoslavia, sono stati preliminari alla costituzione della Corte penale internazionale, entrata in attivita' ufficialmente nel 2002", ha detto ancora la Bonino, secondo la quale oggi piu' che mai e' necessario difendere i principi alla base dello statuto di fondazione della Corte, che e' strettamente legata al Consiglio di sicurezza dell'Onu. "I grandi drammi attuali - ha spiegato la Bonino - come la guerra in Siria e il conflitto in Ucraina, richiedono l'intervento delle istituzioni internazionali. La responsabilita' di proteggere, uno dei principi cui fa riferimento la Cpi, e' diventata oggi solo un punto di riferimento che invece andrebbe concretamente rispettato". 

Per la Bonino, e' necessario anche combattere la "fragilizzazione" del Consiglio di sicurezza dell'Onu e promuovere un nuovo codice di condotta per gli stati membri che, ad esempio, preveda di non usare il diritto di veto quando si tratta di materie come genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanita'. 
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 13.11.14. per la sezione , , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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