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Solo con Monti federatore i moderati possono vincere


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Intervista di Franco Frattini al Corriere della Sera
di Monica Guerzoni


Io non potrei stare in un partito dove prevale la pulsione lepenista 


Un anno fa l'onorevole Franco Frattini fu tra coloro che più si spesero per convincere Berlusconi al passo indietro. E oggi l'ex ministro degli Esteri guida il fronte di quanti, nel Pdl, lavorano per un governo politico di Monti. 

Come vede il futuro politico del premier? 
«Ho letto le sue dichiarazioni come un salto di qualità nel confronto politico istituzionale. Quando nacque il governo Monti tutti immaginavano che sarebbe stata un'esperienza meramente emergenziale, oggi invece si è capito che il presidente ha esercitato un ruolo altamente politico. Non lo definirei un premier tecnocrate, ma un primo ministro con una visione per il futuro dell'Italia». 

Una visione che può diventare un programma politico? 
«L'attuale quadro vede un centrosinistra molto forte e unito pronto a vincere le elezioni e un fronte demolitore, di Grillo e Di Pietro. Mentre non c'è un fronte che corrisponda alla famiglia dei popolari europei, perché le forze del centrodestra sono divise. La rottura con Casini e Fini ha fatto perdere a Berlusconi il ruolo di federatore dei moderati per dar vita a un grande schieramento liberal-democratico, laico e cattolico-riformista». 

E adesso lei spera in Monti... 
«Non dobbiamo tirarlo per la giacchetta, né chiedergli di diventare il capo di un altro piccolo partitino, ma incoraggiare la possibilità che sia lui il federatore dei moderati italiani. Scompaginerebbe il quadro politico e darebbe un interprete non eguagliabile, assieme a Mario Draghi, a chi crede nella prospettiva europeista». 

Lei non vede le primarie come un traino per il Pdl? 
«Il rischio è che le primarie del Pdl si riducano a una fiera delle vanità, mentre quelle del Pd facciano emergere con chiarezza posizioni politiche che io ritengo preoccupanti. L'agenda di Bersani e Vendola è quasi demolitiva di Monti». 

II Pdl è al 16 per cento, Alfano può recuperare? 
«La mia proposta al segretario, che io sostengo, è che faccia chiarezza correndo contro Giorgia Meloni in nome dell'agenda Monti, dell'europeismo e del popolarismo. Ad Alfano suggerisco di presentarsi alle primarie esibendo il manifesto approvato a Bucarest dal Partito popolare europeo». 

Con Monti in campo la corsa di Alfano che senso avrebbe? 
«È evidente che, se c'è Monti, Casini, Montezemolo e anche Alfano devono fare un passo indietro, per il bene del Paese. Una grande federazione di moderati avrebbe possibilità di vittoria con qualsiasi legge elettorale». 

Berlusconi darà il via libera? 
«Non lo so, perché la sua prospettiva non è chiara. Ricordo però che negli anni Berlusconi non ha fatto che parlare di unione dei moderati e ora mi sembrerebbe coerente... Durante l'ultimo pranzo con Monti, Letta e Alfano, proprio Berlusconi chiese al premier di essere lui il federatore». 

Ma lei si sente a suo agio in un partito dove in tanti negano la fiducia a Monti e dove albergano posizioni antieuropeiste? 
«Da coordinatore dei ministri degli Esteri del Ppe e presidente della Fondazione De Gasperi non posso sentirmi in sintonia con chi scimmiotta la destra estrema di Le Pen e pone veti preventivi su uno statista come Monti. Sono contento che Giorgia Meloni si candidi, ponendo i suoi amici ex An di fronte a un'operazione trasparenza. Ma io non potrei stare in un partito in cui prevalesse la pulsione lepenista». 

Lascerà il Pdl? 
«Non posso dare per persa la mia battaglia. Sono ottimista. Ma avendo un bellissimo lavoro al quale posso tornare, nessuno mi costringerà a stare in un partito antieuropeista. La Meloni è stata un eccellente ministro, ma le sue posizioni sbagliate contro Monti hanno fatto emergere il vero cuore di una destra dura e pura, nel cui rigurgito io non mi riconosco». 

Cosa pensa del gruppo filomontiano di fuggiaschi del Pdl, che sta nascendo alla Camera? 
«La federazione dei moderati nasce anche così, io non criminalizzo chi concorre all'obiettivo con modalità diverse. Non scaglio anatemi. E apprezzo anche la posizione di Sacconi, Matteoli, Alemanno e Cazzola». 

Montezemolo e Casini concorrono all'obiettivo? 
«Questo è un altro aspetto che giustifica il ruolo di Monti come federatore. Tutti hanno motivazioni per concorrere, dal Pdl all'Udc, dai cattolici di Todi a Italia Futura, ma dobbiamo essere uniti. Se Casini e Montezemolo finissero per rivendicare di avere ognuno il pedigree migliore dell'altro, ci condannerebbero tutti alla disfatta».





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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 22.11.12. per la sezione , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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